Alpi Apuane: inchiesta - Scintilena
Ogni marmo è una storia, non a lieto fine - https://www.scintilena.com/ogni-marmo-e-una-storia-non-a-lieto-fine/04/24/
Secondo cippo sul Ramaceto
Il secondo ritrovamento di un cippo confinario che testimonia l’esistenza di un latifondo imperiale d’altura in Liguria.
Un’altra preziosa scoperta archeologica è stata fatta sul Monte Ramaceto, in Liguria.
Due escursionisti, mentre camminavano sul Sentiero Italia CAI, hanno notato un cippo di arenaria inciso, risalente al II secolo d.C.
Questo ritrovamento segue quello di un altro cippo confinario avvenuto nell’ottobre 2015 nello stesso luogo.
Il cippo, opistografo, presenta incisioni su entrambi i lati: da una parte “Caesaris nostri” (“di proprietà del nostro Imperatore”) e dall’altra “PMG” (forse “Publicum Municipii Genuesium”, di proprietà del Municipio dei Genovesi, o forse lettere iniziali di un latifondista privato).
Henry De Santis, presidente dello Speleo Club Ribaldone, archeologo e speleologo, ha spiegato che il reperto è stato prima indagato in situ mediante uno scavo in somma urgenza, poi elitrasportato in un luogo idoneo al successivo trasporto via terra.
Il cippo era visibile e quindi potenzialmente danneggiabile, quindi era necessario metterlo in sicurezza dopo aver geolocalizzato il luogo di ritrovamento.
Il cippo è un “terminus“, un segno pubblico dei confini delle proprietà.
Questo ritrovamento, insieme a quello del 2015, testimonia l’esistenza di un latifondo imperiale d’altura, che confinava con proprietà private.
Il latifondo imperiale faceva parte di un sistema di circoscrizioni che si estendeva da Veleia, uno dei più importanti siti romani del Nord Italia, alla Val d’Aveto e fino alla costa.
Questi due monoliti sono i primi documenti in Italia a illustrare il latifondo imperiale anche in Liguria, probabilmente in tutto il suo territorio montano, e a precisarne con esattezza l’ubicazione.
Il sistema nasceva per interesse allo sfruttamento del legname e alla produzione laniera.
Il cippo sarà esposto, insieme al precedente, presso il Museo Archeologico di Sestri Levante, depositario di una pregevole collezione di reperti di età Romana della Liguria orientale.
Questa scoperta di importanza straordinaria e di rilevanza nazionale testimonia il potenziale, anche evocativo, di un’antica Liguria, evidentemente nel cuore dell’Imperatore.
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